L'ansia e l'insicurezza al tempo del Covid -19

Molte sono in questo momento le richieste per i bambini o per gli adulti legate ad aspetti di insicurezza, ansia, attacchi di panico fino ad arrivare ai Disturbi post traumatici da Stress (DPTS).

L’effetto delle notizie poco chiare date in queste settimane di pandemia, delle informazioni che continuano a cambiare inevitabilmente con tempi assai veloci, il tempo delle certezze ormai lontane, l’indicazione importante e chiarissima del distanziamento sociale, a noi esseri sociali ha creato non poche preoccupazioni, fino ad arrivare a sentire dentro di noi incertezza e perdita di punti di riferimento. https://comunicatopsi.org/?fbclid=IwAR1Nrl5jJGG1VdqTPQh0hkSDzIAr9MTSaWF_78N1odOl02fSXuoHs8i_9b0

Le risposte fisiologiche possono essere l’agitazione, disturbi del sonno, tachicardia, respiro corto, nervosismo, preoccupazione per affrontare il mondo esterno fino ad arrivare a sintomi importanti e preoccupanti.

Cosa ci è mancato? Ci è mancato il contatto affettivo, l’intimità, la possibilità di pensare ed agire con le nostre risorse interne. Ci è mancato il potere decisionale, la possibilità di sperimentare. Ma anche le abitudini, quella  normalità, a volte noiosa, che ci permette di sentire che “tutto va bene” che tutto è al suo posto.

Tant’è che “tutto andrà bene” è stata la frase più gettonata in questo periodo, avevamo bisogno di dircelo, avevamo bisogno di stimoli sonori buoni e caldi … ed ecco le canzoni sui balconi, Avevamo bisogno, e ne abbiamo ancora bisogno, di sentirci uniti, non soli.

Adesso cominciamo ad uscire, a permetterci di riprenderci un pezzettino di normalità; ma chi era già fragile o chi è stato investito di molte preoccupazioni, sta sviluppando dei sintomi che rinforzano una difesa in particolare: l’evitamento.

Un bambino, da dietro la sua mascherina con i dinosauri. mi ha detto “secondo me hanno aperto tutto troppo presto. Io non voglio uscire tanto da casa”; una donna che prenderà parte ai centri estivi nel pensare di incontrare tutti quei bambini (è una educatrice e lavora da anni con i bambini) si sente insicura, senza certezze, sente di potere sbagliare e di non avere la sua solita creatività. Questi sono solo due esempi ma ne potrei fare davvero tanti.

Poi ci sono le persone che ne hanno risentito meno; la maggior parte di esse non ha mai chiuso i contatti con la natura, con gli animali, il verde, il prato, i fiori. C’è chi si è inventato il giardino sul terrazzo mettendo tutto il verde possibile. Molte di queste stanno bene. Perché? Le risposte possono essere davvero tante; sicuramente chi ha costruito i giardini nel terrazzo ha tirato fuori una vena creativa, funzione assai importante per non incistarsi nei problemi; chi ha del verde o gli animali ha avuto modo di continuare a curare, prendersi cura della natura o degli animali e quindi di se stessi.

La natura!!! E’ una grande alleata!! Gli animali, sono esseri che ci spingono alla socialità e all’affettività. Le piante, i frutti, i fiori, gli animali ci attivano, ci permettono di sentirci vivi. E noi che ci occupiamo di IAA possiamo risultare davvero potenti nel lavoro di benessere e adesso ce n’è davvero tanto bisogno. I nostri animali permettono ai nostri pazienti di riscoprire la bellezza dell’affetto e della corporeità, il sorriso, il gioco, l’abbandonarsi all’esplorazione di emozioni, anche quelle intense, perché quel corpo attaccato al nostro, quell’odore, quel calore, ci da la sicurezza di non essere soli. E questa vicinanza ci permette di riaprirci alla vita.

Ma per fare questo e per essere davvero pronti ad offrire ai nostri pazienti il nostro setting come spazio di cura e benessere la nostra connessione con la natura deve essere davvero grande, importante. Vi ho mai parlato di biofilia? Bene, presto lo farò! Vi renderete conto quanto la natura può offrirci solo se ci ricominciamo ad avvicinare ad essa e ad amarla così come è giusto che sia.